Modello F24 a zero, attenzione: le sanzioni che pochi conoscono (e che possono costare care)

Modello F24 a zero presentato in ritardo: ecco le sanzioni previste e come evitarle nel 2025 e 2026
La Cassazione e l’Agenzia delle Entrate chiariscono: anche i modelli F24 con saldo zero vanno trasmessi nei termini. In caso di ritardo, scattano sanzioni specifiche ma ravvedibili.

Presentare in ritardo un modello F24 a saldo zero non è un errore privo di conseguenze. Anche se il contribuente non versa alcuna somma, l’omessa o tardiva trasmissione del modello comporta sanzioni pecuniarie previste in modo puntuale dalla normativa fiscale. L’Agenzia delle Entrate, con diversi interventi di prassi, ha ribadito che la presentazione dell’F24 a zero non è una mera formalità, ma una comunicazione necessaria per confermare la volontà di compensare crediti e debiti d’imposta.

Molti contribuenti e professionisti, tuttavia, commettono l’errore di considerare “innocuo” il ritardo nella trasmissione, sottovalutando gli effetti sanzionatori che possono derivarne. Ecco, dunque, tutte le regole aggiornate al 2025 e quelle che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2026, secondo quanto previsto dai più recenti decreti legislativi.

La norma: cosa prevede la legge per l’omessa presentazione del modello F24 a zero

La disciplina di riferimento è contenuta nell’articolo 15, comma 2-bis, del D.Lgs. 471/1997, che prevede una sanzione specifica per la mancata trasmissione del modello F24 contenente compensazioni di crediti e debiti fiscali. A questa disposizione si affiancherà, dal 1° gennaio 2026, il nuovo articolo 40, comma 3, del D.Lgs. 173/2024, che conferma l’impianto sanzionatorio introducendo alcune precisazioni procedurali.

In base alla normativa vigente:

“Per l’omessa presentazione del modello di versamento contenente i dati relativi alla eseguita compensazione, si applica la sanzione di 100 euro, ridotta a 50 euro se il ritardo non è superiore a cinque giorni lavorativi.”

Ciò significa che, anche in assenza di un importo da versare, il solo ritardo nella trasmissione telematica del modello F24 comporta una sanzione automatica. Tuttavia, è sempre possibile ravvedere spontaneamente la violazione beneficiando della riduzione della sanzione in base ai tempi di regolarizzazione.

Come funziona il ravvedimento operoso

Il contribuente che presenta il modello F24 oltre i termini può regolarizzare la posizione tramite ravvedimento operoso, ai sensi dell’articolo 13 del D.Lgs. 472/1997. In questo caso, la sanzione viene ridotta proporzionalmente in base alla tempestività del ravvedimento:

  • entro 5 giorni lavorativi: sanzione ridotta a 50 euro (oppure ulteriormente diminuita in caso di ravvedimento);

  • entro 90 giorni: riduzione della sanzione a 1/9 (circa 11,11 euro);

  • entro un anno: riduzione a 1/8 (12,50 euro);

  • oltre l’anno ma entro due anni: riduzione a 1/7 (14,29 euro).

È importante ricordare che il ravvedimento resta possibile solo se la violazione non è già stata contestata dall’amministrazione finanziaria.

I chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate: quando la sanzione è inevitabile

L’Agenzia delle Entrate, nella Risposta a interpello n. 297 del 18 aprile 2023, ha affrontato il caso di un F24 a zero presentato in ritardo e successivamente scartato dal sistema Entratel. Secondo l’Agenzia:

  • la delega di pagamento va presentata obbligatoriamente, anche se il saldo è pari a zero;

  • la mancata trasmissione comporta la mancata manifestazione di volontà di effettuare la compensazione;

  • la presentazione tardiva sana la violazione solo se il credito utilizzato in compensazione è ancora esistente e utilizzabile al momento dell’invio;

  • in caso contrario, l’operazione è considerata inefficace, e si applicano le sanzioni per omesso versamento previste dall’art. 13 del D.Lgs. 471/1997.

In sintesi, l’Agenzia conferma che la validità della compensazione dipende dal momento di presentazione dell’F24. Se il modello viene trasmesso quando il credito non è più utilizzabile, la compensazione si considera non effettuata e l’imposta risulta di fatto non versata.

Cosa succede se l’F24 viene scartato dal sistema

Nel caso di scarto tecnico del modello F24 (per errori formali, codice tributo errato o crediti non più utilizzabili), la sanzione per ritardo resta applicabile, ma la compensazione non produce effetti.
In tali situazioni, il contribuente deve:

  1. correggere e ripresentare il modello F24 entro breve termine;

  2. verificare che i crediti utilizzati siano ancora validi e disponibili;

  3. in caso di compensazione non più valida, ravvedere l’omesso versamento del tributo secondo le regole ordinarie.

La presentazione tardiva o scartata, infatti, non sana automaticamente la violazione, se il credito è scaduto o non più utilizzabile.

Dal 2026 nuove regole con il D.Lgs. 173/2024

A partire dal 1° gennaio 2026, entrerà in vigore il nuovo quadro sanzionatorio previsto dal Decreto Legislativo 173/2024, che rafforza il sistema dei controlli preventivi sulle compensazioni fiscali.
Il nuovo articolo 40, comma 3, ripropone la sanzione da 100 euro (ridotta a 50 in caso di ritardo entro 5 giorni), ma introduce:

  • la notifica digitale automatica delle sanzioni attraverso il cassetto fiscale;

  • la possibilità di ravvedimento entro 15 giorni con pagamento semplificato tramite PagoPA;

  • una maggiorazione progressiva per i contribuenti recidivi che ripetono la violazione nei 12 mesi successivi.

Le novità si inseriscono nel quadro della riforma fiscale 2025, che mira a rendere più trasparenti e tracciabili tutte le operazioni di compensazione tra crediti e debiti tributari.

Esempio pratico: cosa succede in caso di ritardo di pochi giorni

Un’azienda presenta il modello F24 a zero il 10 aprile anziché entro il 5 aprile (scadenza ordinaria).

  • Ritardo: 5 giorni lavorativi.

  • Sanzione base: 50 euro (poiché entro i 5 giorni previsti dalla legge).

  • Ravvedimento entro 30 giorni: sanzione ridotta a 5,56 euro (1/9 di 50 euro).

Se il modello fosse stato presentato dopo 90 giorni, la sanzione ravveduta salirebbe a circa 6,25 euro (1/8 di 50 euro).

Come evitare le sanzioni: buone pratiche per professionisti e imprese

  • Controllare sempre le scadenze dei versamenti e delle compensazioni.

  • Confermare l’invio telematico dell’F24 tramite ricevuta Entratel o Fisconline.

  • In caso di scarto, rimediare immediatamente, senza attendere la segnalazione dell’Agenzia.

  • Utilizzare software di compilazione e trasmissione aggiornati, che segnalano automaticamente anomalie e crediti non più spendibili.

Un errore formale può sembrare banale, ma il costo di una dimenticanza può trasformarsi in una sanzione piena da 100 euro, facilmente evitabile con un controllo preventivo.

Il modello F24 a zero non deve essere sottovalutato: anche se non comporta un pagamento effettivo, è parte integrante dei flussi fiscali gestiti dall’Agenzia delle Entrate. La mancata o tardiva presentazione viene considerata una violazione autonoma, con sanzioni precise ma facilmente sanabili tramite ravvedimento.

Con l’entrata in vigore delle nuove regole dal 2026, la trasmissione puntuale degli F24 sarà ancora più cruciale, in un contesto di controlli automatizzati e incroci digitali sempre più rapidi. Per evitare errori e contestazioni, il consiglio resta uno solo: non trascurare mai un modello F24, neanche se a saldo zero.