Le donazioni tra parenti e amici non passano più inosservate: nel 2025 anche un semplice bonifico familiare può attirare l’attenzione del Fisco e generare una segnalazione.
Quando un bonifico diventa sospetto
Molti italiani trasferiscono denaro ai propri figli, genitori o partner tramite bonifico, considerandolo un gesto di aiuto o un semplice regalo. Tuttavia, per l’Agenzia delle Entrate, ogni trasferimento di denaro è un’operazione tracciabile e deve avere una giustificazione chiara. Nel 2025, i controlli si sono estesi anche ai movimenti familiari, spesso utilizzati per coprire redditi non dichiarati o per eludere imposte.
Il Fisco non vieta i regali, ma pretende trasparenza. Un bonifico di 2.000 o 5.000 euro, anche tra familiari, può essere oggetto di analisi se non accompagnato da una causale specifica. È qui che entrano in gioco gli algoritmi di rischio, sistemi automatici che segnalano ogni movimento sospetto alle autorità fiscali. Se il mittente o il destinatario presenta redditi bassi o attività incoerenti con le somme ricevute, scatta un alert.
Molte segnalazioni partono da operazioni apparentemente innocue: un genitore che trasferisce somme ogni mese al figlio senza una causale precisa, o un familiare che invia denaro con diciture vaghe come “regalo” o “aiuto”. Nel 2025 queste formule generiche sono considerate insufficienti: occorre specificare il motivo e conservare eventuali documenti che ne provino la natura.
Le soglie e le causali che fanno scattare l’allarme
Non esiste un limite preciso sotto il quale si è “al sicuro”. Tuttavia, i controlli più frequenti riguardano bonifici superiori a 5.000 euro, oppure somme ripetute a breve distanza di tempo. Anche piccoli importi, se frequenti e privi di motivazione, possono attirare l’attenzione dei sistemi informatici.
L’Agenzia delle Entrate consiglia di indicare causali dettagliate come “contributo spese universitarie”, “prestito infruttifero”, “regalo compleanno” o “anticipo per spese mediche”. In caso contrario, il bonifico può essere interpretato come reddito imponibile non dichiarato, con la conseguente apertura di un controllo formale.
Anche i conti cointestati non rappresentano più una zona franca. Se uno dei due titolari riceve versamenti regolari dall’altro, l’algoritmo fiscale può interpretarlo come un trasferimento di denaro privo di giustificazione. Lo stesso vale per le carte prepagate, le ricariche Postepay e i wallet digitali, che ormai rientrano a pieno titolo nei sistemi di tracciamento del Fisco.
Come funziona la segnalazione automatica
Le banche e gli intermediari finanziari hanno l’obbligo di comunicare periodicamente all’Agenzia delle Entrate tutti i movimenti dei conti correnti, indicando saldo medio, operazioni in entrata e in uscita, titolari e intestatari. I dati vengono elaborati dal sistema centrale che li incrocia con le informazioni fiscali, le dichiarazioni dei redditi e le spese registrate.
Quando un movimento risulta anomalo — per esempio, un bonifico in ingresso non compatibile con le entrate dichiarate — il sistema genera una segnalazione automatica. In questa fase non è ancora prevista alcuna sanzione, ma viene avviata una verifica preventiva. Se il contribuente non riesce a giustificare la provenienza del denaro o la natura del trasferimento, può scattare un accertamento fiscale vero e proprio.
Il sistema di analisi non valuta solo l’importo, ma anche la frequenza e la direzione dei flussi. Bonifici incrociati tra familiari, scambi regolari di denaro tra amici o prestiti non documentati sono tutti elementi che possono alimentare sospetti di elusione.
I consigli per evitare errori e problemi con il Fisco
Per evitare equivoci, è importante essere chiari fin dall’inizio. Ogni bonifico dovrebbe riportare una causale specifica, scritta in modo che sia comprensibile anche da un revisore esterno. In caso di donazioni importanti, è consigliabile redigere un atto di liberalità o una dichiarazione scritta, firmata da entrambe le parti. Questo documento, pur non obbligatorio, può essere decisivo in caso di accertamento.
Chi presta denaro a un parente o amico dovrebbe indicare espressamente “prestito infruttifero” nella causale, aggiungendo eventualmente una scrittura privata. In assenza di queste precauzioni, anche un aiuto disinteressato può essere scambiato per un movimento sospetto o un tentativo di evasione.
Nel 2025 il Fisco ha potenziato anche i controlli sulle operazioni frazionate, cioè i trasferimenti ripetuti di piccole somme che, sommati, raggiungono importi elevati. È una pratica diffusa tra chi cerca di sfuggire al radar, ma oggi gli algoritmi riescono a individuarla in pochi minuti.
Il nuovo volto della trasparenza finanziaria
L’obiettivo dell’Agenzia delle Entrate non è colpire i regali familiari, ma garantire trasparenza nei flussi economici. L’intento è quello di costruire un sistema equo, in cui tutti contribuiscano in modo proporzionale alle proprie possibilità. Tuttavia, la linea tra libertà economica e controllo fiscale è sempre più sottile.
Il 2025 rappresenta un anno cruciale per la lotta all’evasione, ma anche per la ridefinizione del concetto di privacy finanziaria. In un mondo dove tutto è tracciato, anche un gesto d’affetto può diventare un’operazione sotto osservazione. Il Fisco digitale, silenzioso e analitico, non guarda alle intenzioni, ma ai numeri. E per questo, oggi più che mai, ogni bonifico racconta una storia che deve poter essere spiegata.